LE INSTALLAZIONI NEI GIARDINI DI PALAZZO COMUNALE

Nei Giardini del Palazzo Comunale sono collocate due sculture di Cella. La prima è costituita da due figure di Carl Marx sovrapposte in verticale di un bel rosso acceso. Una semplice operazione di raddoppiamento e dislocazione di forme ci fa scoprire dell’esistenza di altri “Fratelli Marx”, oltre a quelli che già conoscevamo come comici, ovvero una coppia di filosofi politici. È l’opera che reclama, a chi l’osserva, il titolo che, a sua volta, automaticamente mette in gioco uno scambio di identità e di ruoli. Lecito pensare a come possano intrecciarsi le storie di certi personaggi e a come l’intelligenza vera possa trovarsi nelle battute acute come nella riflessione filosofica.

La seconda, Totem rosso, alta circa due metri, sembra fatta dalle stesse teste di Caos Primigenio che in questo caso hanno trovato un loro ordine disponendosi una sopra l’altra in verticale. Tutte hanno una mimica quasi inesistente ma uno sguardo attonito esercitato con uno, due o tre occhi. La struttura rimanda a quella di certi pali cerimoniali o montanti d’abitazione della cultura tribale oceanica, dal forte potere evocativo e spesso raffiguranti antenati proprio come lo sono anche le strane entità che costituiscono la folla “primigenia”.

Intorno a loro, infilati in un cespuglio o conficcati nel terreno ci sono gli Aeroplanoni di Bonomi versione per adulti, in fogli di forex piegato e saldato, dei razzetti che gli scolari facevano con le pagine strappate dai quaderni. Sono segni di un intervallo che possiamo prenderci dalla vita quotidiana e che ci raccontano di un gioco, una specie di sperimentazione semiseria di aerodinamica e di capacità manuali personali, che tale è rimasto anche se questa volta è stato avviato per sorprendere e portarci indietro nel tempo. La leggerezza fisica di questi velivoli è pari alla leggerezza comica di una battuta di spirito, ma ambedue capaci di colpire il bersaglio con uno sberleffo o con la loro ironia.

Gli Aeroplanoni si incontrano “qua e là” nell’abitato di Cannobio, quasi fossero indicazioni, più che di luogo, dello spirito con cui visitare la mostra diffusa. Anche le diverse Culture, sempre di Bonomi, sono un po’ una presenza costante. Alcuni vasi fioriti dialogano con il Caos Primigenio di Cella nella corte interna di via Umberto I, mentre sul Lungolago via Ceroni un grande fiore di circa tre metri d’altezza, i cui petali sono fatti da innaffiatoi, si offre al blu del Lago Maggiore protendendosi verso l’alto come un “fagiolo di spagna” su cui arrampicarsi per raggiungere chissà quale meta.

Fabrizio Parachini